INTERVISTE



#tempocalmo: 5 domande a musicisti italiani in tempo di coronavirus: Roberto Fabbriciani
Roberto Fabbriciani, flautista
1 - Come passa il suo tempo e di cosa si sta occupando sul piano musicale?
Mi tengo in esercizio, leggo, studio e scrivo. In particolare ho recuperato il tempo per curare alcune registrazioni che saranno edite prossimamente.
2 - Ha proposto sue esecuzioni in streaming?
Ho avuto alcune richieste ma credo che non sia la modalità giusta. In questo momento di emergenza le esecuzioni in streaming sono belle e coinvolgenti, possono essere un passaggio obbligato, ma solo in parte esaustivo del fare musica.
3 – Terminata l’emergenza COVID - 19 a suo avviso il modo di fruire la musica dal vivo sarà lo stesso o ripensato?
Questa pandemia, che ha portato a una interruzione di molte attività lavorative e anche dei concerti, credo che ci abbia fatto molto riflettere. Persino abbracciare un amico è diventata una cosa bellissima mentre prima era normale. Questo accentua la nostra consapevolezza. La percezione delle cose prima considerate banali o meno importanti cambia, la scala dei valori. Il modo di fruire la musica dal vivo sarà più intenso, ci sarà maggiore attenzione al significato della musica nella società. La musica è fatta dall’uomo per l’uomo ed è parte importante della vita.
4 - Quale futuro lavorativo si prospetta per il settore e soprattutto i giovani interpreti dopo la pandemia?
La pandemia è una crisi profonda, un punto di rottura con il passato che apre nuovi orizzonti. Auspico una maggiore attenzione per la musica, per il suo valore sociale e spero che saranno date maggiori possibilità e occasioni di espressione ai giovani talenti.
5 – Vuole rivolgere un pensiero/appello al pubblico dei concerti?
La musica ci aiuta a vivere meglio e, ascoltata nelle sale, nei teatri e nei luoghi deputati, ci dona emozioni intense. Riprendiamo presto con le esecuzioni dal vivo!
www.robertofabbriciani.it/


© Cidim
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