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#tempocalmo: 5 domande a musicisti italiani in tempo di coronavirus: Leonardo Di Stefano
Leonardo Di Stefano compositore
1 - Come passa il suo tempo? Come studente seguo le lezioni online, quindi l'attività accademica continua ad occupare buona parte del mio tempo. Nel restante cerco di sfruttare quest'inaspettato rallentamento: mi ritaglio momenti per rimanere in silenzio, per ascoltare musica con la giusta calma e attenzione necessaria, leggo molto. 2 - Di cosa si sta occupando? Oltre ad ultimare i miei studi sono impegnato nella composizione del mio secondo quartetto d'archi e in qualche lezione privata di chitarra, rigorosamente online. 3 - Cosa propone di vedere e ascoltare della sua musica? Non penso ci sia un brano adatto, nella mia produzione, a questa situazione, ma se proprio devo scegliere direi la Suite Rothko: è un serie di brevi composizioni basate sui quadri di Mark Rothko, i suoi enormi colori riescono a portarmi in realtà inedite e forse adesso è quello di cui abbiamo bisogno, dei momenti di fuga. 4 - E della musica in genere? Direi di ascoltare musica di altro genere. Data l'attuale disponibilità di tempo possiamo mettere da parte i nostri ascolti abituali e provare qualcosa di nuovo, uscire dalla nostra zona di comfort musicale. L'unico consiglio che sento di dare: Jacob Collier. Non serve aggiungere altro, qualsiasi suo lavoro è ottimo. 5 - Qual è il colore della musica? Non penso ci sia risposta e personalmente non ho mai associato un colore alla musica. Al limite cambia colore in base a chi l'ascolta, quindi direi che è più cangante. Infine, qual è la composizione che ha cambiato la sua vita? Sicuramente Trauermusik di Paul Hindemith: la prima volta rimasi folgorato, non avevo mai sentito un utlizzo così libero dell'armonia. Riconoscevo accordi familiari, ma accostati e organizzati in un modo totalmente inedito. Cambiò totalmente la mia visione armonica della musica. |